Testo Completo
Chi avrebbe mai detto a Renzo, qualche ora prima, che, nel forte
d'una tal ricerca, al cominciar de' momenti più dubbiosi e più decisivi,
il suo cuore sarebbe stato diviso tra Lucia e don Rodrigo? Eppure era
così: quella figura veniva a mischiarsi con tutte l'immagini care o
terribili che la speranza o il timore gli mettevan davanti a vicenda, in
quel tragitto; le parole sentite appiè di quel covile, si cacciavano
tra i sì e i no, ond'era combattuta la sua mente; e non poteva terminare
una preghiera per l'esito felice del gran cimento, senza attaccarci
quella che aveva principiata là, e che lo scocco della campana aveva
troncata.
La cappella ottangolare che sorge, elevata d'alcuni scalini, nel
mezzo del lazzeretto, era, nella sua costruzione primitiva, aperta da
tutti i lati, senz'altro sostegno che di pilastri e di colonne, una
fabbrica, per dir così, traforata: in ogni facciata un arco tra due
intercolunni; dentro girava un portico intorno a quella che si direbbe
più propriamente chiesa, non composta che d'otto archi, rispondenti a
quelli delle facciate, con sopra una cupola; di maniera che l'altare
eretto nel centro, poteva esser veduto da ogni finestra delle stanze del
recinto, e quasi da ogni punto del campo. Ora, convertito l'edifizio a
tutt'altr'uso, i vani delle facciate son murati; ma l'antica ossatura,
rimasta intatta, indica chiaramente l'antico stato, e l'antica
destinazione di quello.
Renzo s'era appena avviato, che vide il padre Felice comparire nel
portico della cappella, e affacciarsi sull'arco di mezzo del lato che
guarda verso la città; davanti al quale era radunata la comitiva, al
piano, nella strada di mezzo; e subito dal suo contegno s'accorse che
aveva cominciata la predica.
Girò per quelle viottole, per arrivare alla coda dell'uditorio, come
gli era stato suggerito. Arrivatoci, si fermò cheto cheto, lo scorse
tutto con lo sguardo; ma non vedeva di là altro che un folto, direi
quasi un selciato di teste. Nel mezzo, ce n'era un certo numero coperte
di fazzoletti, o di veli: in quella parte ficcò più attentamente gli
occhi; ma, non arrivando a scoprirci dentro nulla di più, gli alzò anche
lui dove tutti tenevan fissi i loro. Rimase tocco e compunto dalla
venerabil figura del predicatore; e, con quel che gli poteva restar
d'attenzione in un tal momento d'aspettativa, sentì questa parte del
solenne ragionamento.
- Diamo un pensiero ai mille e mille che sono usciti di là -; e, col
dito alzato sopra la spalla, accennava dietro sé la porta che mette al
cimitero detto di san Gregorio, il quale allora era tutto, si può dire,
una gran fossa: - diamo intorno un'occhiata ai mille e mille che
rimangon qui, troppo incerti di dove sian per uscire; diamo un'occhiata a
noi, così pochi, che n'usciamo a salvamento. Benedetto il Signore!
Benedetto nella giustizia, benedetto nella misericordia! benedetto nella
morte, benedetto nella salute! benedetto in questa scelta che ha voluto
far di noi! Oh! perché l'ha voluto, figliuoli, se non per serbarsi un
piccol popolo corretto dall'afflizione, e infervorato dalla gratitudine?
se non a fine che, sentendo ora più vivamente, che la vita è un suo
dono, ne facciamo quella stima che merita una cosa data da Lui,
l'impieghiamo nell'opere che si possono offrire a Lui? se non a fine che
la memoria de' nostri patimenti ci renda compassionevoli e soccorrevoli
ai nostri prossimi? Questi intanto, in compagnia de' quali abbiamo
penato, sperato, temuto; tra i quali lasciamo degli amici, de'
congiunti; e che tutti son poi finalmente nostri fratelli; quelli tra
questi, che ci vedranno passare in mezzo a loro, mentre forse
riceveranno qualche sollievo nel pensare che qualcheduno esce pur salvo
di qui, ricevano edificazione dal nostro contegno. Dio non voglia che
possano vedere in noi una gioia rumorosa, una gioia mondana d'avere
scansata quella morte, con la quale essi stanno ancor dibattendosi.
Vedano che partiamo ringraziando per noi, e pregando per loro; e possan
dire: anche fuor di qui, questi si ricorderanno di noi, continueranno a
pregare per noi meschini. Cominciamo da questo viaggio, da' primi passi
che siam per fare, una vita tutta di carità. Quelli che sono tornati
nell'antico vigore, diano un braccio fraterno ai fiacchi; giovani,
sostenete i vecchi; voi che siete rimasti senza figliuoli, vedete,
intorno a voi, quanti figliuoli rimasti senza padre! siatelo per loro! E
questa carità, ricoprendo i vostri peccati, raddolcirà anche i vostri
dolori.
Qui un sordo mormorìo di gemiti, un singhiozzìo che andava crescendo
nell'adunanza, fu sospeso a un tratto, nel vedere il predicatore
mettersi una corda al collo, e buttarsi in ginocchio: e si stava in gran
silenzio, aspettando quel che fosse per dire.
- Per me, - disse, - e per tutti i miei compagni, che, senza alcun
nostro merito, siamo stati scelti all'alto privilegio di servir Cristo
in voi; io vi chiedo umilmente perdono se non abbiamo degnamente
adempito un sì gran ministero. Se la pigrizia, se l'indocilità della
carne ci ha resi meno attenti alle vostre necessità, men pronti alle
vostre chiamate; se un'ingiusta impazienza, se un colpevol tedio ci ha
fatti qualche volta comparirvi davanti con un volto annoiato e severo;
se qualche volta il miserabile pensiero che voi aveste bisogno di noi,
ci ha portati a non trattarvi con tutta quell'umiltà che si conveniva,
se la nostra fragilità ci ha fatti trascorrere a qualche azione che vi
sia stata di scandolo; perdonateci! Così Dio rimetta a voi ogni vostro
debito, e vi benedica -. E, fatto sull'udienza un gran segno di croce,
s'alzò.
Noi abbiam potuto riferire, se non le precise parole, il senso
almeno, il tema di quelle che proferì davvero; ma la maniera con cui
furon dette non è cosa da potersi descrivere. Era la maniera d'un uomo
che chiamava privilegio quello di servir gli appestati, perché lo teneva
per tale; che confessava di non averci degnamente corrisposto, perché
sentiva di non averci corrisposto degnamente; che chiedeva perdono,
perché era persuaso d'averne bisogno. Ma la gente che s'era veduti
d'intorno que' cappuccini non occupati d'altro che di servirla, e tanti
n'aveva veduti morire, e quello che parlava per tutti, sempre il primo
alla fatica, come nell'autorità, se non quando s'era trovato anche lui
in fin di morte; pensate con che singhiozzi, con che lacrime rispose a
tali parole. Il mirabil frate prese poi una gran croce ch'era appoggiata
a un pilastro, se la inalberò davanti, lasciò sull'orlo del portico
esteriore i sandali, scese gli scalini, e, tra la folla che gli fece
rispettosamente largo, s'avviò per mettersi alla testa di essa.
Renzo, tutto lacrimoso, né più né meno che se fosse stato uno di
quelli a cui era chiesto quel singolare perdono, si ritirò anche lui, e
andò a mettersi di fianco a una capanna; e stette lì aspettando, mezzo
nascosto, con la persona indietro e la testa avanti, con gli occhi
spalancati, con una gran palpitazion di cuore, ma insieme con una certa
nuova e particolare fiducia, nata, cred'io, dalla tenerezza che gli
aveva ispirata la predica, e lo spettacolo della tenerezza generale.
Ed ecco arrivare il padre Felice, scalzo, con quella corda al collo,
con quella lunga e pesante croce alzata; pallido e scarno il viso, un
viso che spirava compunzione insieme e coraggio; a passo lento, ma
risoluto, come di chi pensa soltanto a risparmiare l'altrui debolezza; e
in tutto come un uomo a cui un di più di fatiche e di disagi desse la
forza di sostenere i tanti necessari e inseparabili da quel suo
incarico. Subito dopo lui, venivano i fanciulli più grandini, scalzi una
gran parte, ben pochi interamente vestiti, chi affatto in camicia.
Venivan poi le donne, tenendo quasi tutte per la mano una bambina, e
cantando alternativamente il Miserere; e il suono fiacco di
quelle voci, il pallore e la languidezza di que' visi eran cose da
occupar tutto di compassione l'animo di chiunque si fosse trovato lì
come semplice spettatore. Ma Renzo guardava, esaminava, di fila in fila,
di viso in viso, senza passarne uno; ché la processione andava tanto
adagio, da dargliene tutto il comodo. Passa e passa; guarda e guarda;
sempre inutilmente: dava qualche occhiata di corsa alle file che
rimanevano ancora indietro: sono ormai poche; siamo all'ultima; son
passate tutte; furon tutti visi sconosciuti. Con le braccia ciondoloni, e
con la testa piegata sur una spalla, accompagnò con l'occhio quella
schiera, mentre gli passava davanti quella degli uomini. Una nuova
attenzione, una nuova speranza gli nacque nel veder, dopo questi,
comparire alcuni carri, su cui erano i convalescenti che non erano
ancora in istato di camminare. Lì le donne venivan l'ultime; e il treno
andava così adagio che Renzo poté ugualmente esaminarle tutte, senza che
gliene sfuggisse una. Ma che? esamina il primo carro, il secondo, il
terzo, e via discorrendo, sempre con la stessa riuscita, fino a uno,
dietro al quale non veniva più che un altro cappuccino, con un aspetto
serio, e con un bastone in mano, come regolatore della comitiva. Era
quel padre Michele che abbiam detto essere stato dato per compagno nel
governo al padre Felice.
Così svanì affatto quella cara speranza; e, andandosene, non solo
portò via il conforto che aveva recato, ma, come accade le più volte,
lasciò l'uomo in peggiore stato di prima. Ormai quel che ci poteva esser
di meglio, era di trovar Lucia ammalata. Pure, all'ardore d'una
speranza presente sottentrando quello del timore cresciuto, il poverino
s'attaccò con tutte le forze dell'animo a quel tristo e debole filo;
entrò nella corsia, e s'incamminò da quella parte di dove era venuta la
processione. Quando fu appiè della cappella, andò a inginocchiarsi
sull'ultimo scalino; e lì fece a Dio una preghiera, o, per dir meglio,
una confusione di parole arruffate, di frasi interrotte, d'esclamazioni,
d'istanze, di lamenti, di promesse: uno di que' discorsi che non si
fanno agli uomini, perché non hanno abbastanza penetrazione per
intenderli, né pazienza per ascoltarli; non son grandi abbastanza per
sentirne compassione senza disprezzo.
S'alzò alquanto più rincorato; girò intorno alla cappella; si trovò
nell'altra corsia che non aveva ancora veduta, e che riusciva all'altra
porta; dopo pochi passi, vide lo stecconato di cui gli aveva parlato il
frate, ma interrotto qua e là, appunto come questo aveva detto; entrò
per una di quelle aperture, e si trovò nel quartiere delle donne. Quasi
al primo passo che fece, vide in terra un campanello, di quelli che i
monatti portavano a un piede; gli venne in mente che un tale strumento
avrebbe potuto servirgli come di passaporto là dentro; lo prese, guardò
se nessuno lo guardava, e se lo legò come usavan quelli. E si mise
subito alla ricerca, a quella ricerca, che, per la quantità sola degli
oggetti sarebbe stata fieramente gravosa, quand'anche gli oggetti
fossero stati tutt'altri; cominciò a scorrer con l'occhio, anzi a
contemplar nuove miserie, così simili in parte alle già vedute, in parte
così diverse: ché, sotto la stessa calamità, era qui un altro patire,
per dir così, un altro languire, un altro lamentarsi, un altro
sopportare, un altro compatirsi e soccorrersi a vicenda; era, in chi
guardasse, un'altra pietà e un altro ribrezzo.
Aveva già fatto non so quanta strada, senza frutto e senza accidenti;
quando si sentì dietro le spalle un - oh! - una chiamata, che pareva
diretta a lui. Si voltò e vide, a una certa distanza, un commissario,
che alzò una mano, accennando proprio a lui, e gridando: - là nelle
stanze, ché c'è bisogno d'aiuto: qui s'è finito ora di sbrattare.
Renzo s'avvide subito per chi veniva preso, e che il campanello era
la cagione dell'equivoco; si diede della bestia d'aver pensato solamente
agl'impicci che quell'insegna gli poteva scansare, e non a quelli che
gli poteva tirare addosso; ma pensò nello stesso tempo alla maniera di
sbrigarsi subito da colui. Gli fece replicatamente e in fretta un cenno
col capo, come per dire che aveva inteso, e che ubbidiva; e si levò
dalla sua vista, cacciandosi da una parte tra le capanne.
Quando gli parve d'essere abbastanza lontano, pensò anche a liberarsi
dalla causa dello scandolo; e, per far quell'operazione senz'essere
osservato, andò a mettersi in un piccolo spazio tra due capanne che si
voltavan, per dir così, la schiena. Si china per levarsi il campanello, e
stando così col capo appoggiato alla parete di paglia d'una delle
capanne, gli vien da quella all'orecchio una voce... Oh cielo! è
possibile? Tutta la sua anima è in quell'orecchio: la respirazione è
sospesa... Sì! sì! è quella voce!... - Paura di che? - diceva quella
voce soave: - abbiam passato ben altro che un temporale. Chi ci ha
custodite finora, ci custodirà anche adesso.
Se Renzo non cacciò un urlo, non fu per timore di farsi scorgere, fu
perché non n'ebbe il fiato. Gli mancaron le ginocchia, gli s'appannò la
vista; ma fu un primo momento; al secondo, era ritto, più desto, più
vigoroso di prima; in tre salti girò la capanna, fu sull'uscio, vide
colei che aveva parlato, la vide levata, chinata sopra un lettuccio. Si
volta essa al rumore; guarda, crede di travedere, di sognare; guarda più
attenta, e grida: - oh Signor benedetto!
- Lucia! v'ho trovata! vi trovo! siete proprio voi! siete viva! esclamò Renzo, avanzandosi, tutto tremante.
- Oh Signor benedetto! - replicò, ancor più tremante, Lucia: - voi? che cosa è questa! in che maniera? perché? La peste!
- L'ho avuta. E voi...?
- Ah!... anch'io. E di mia madre...?
- Non l'ho vista, perché è a Pasturo; credo però che stia bene. Ma
voi... come siete ancora pallida! come parete debole! Guarita però,
siete guarita?
- Il Signore m'ha voluto lasciare ancora quaggiù. Ah Renzo! perché siete voi qui?
- Perché? - disse Renzo avvicinandosele sempre più: - mi domandate
perché? Perché ci dovevo venire? Avete bisogno che ve lo dica? Chi ho io
a cui pensi? Non mi chiamo più Renzo, io? Non siete più Lucia, voi?
- Ah cosa dite! cosa dite! Ma non v'ha fatto scrivere mia madre...?
- Sì: pur troppo m'ha fatto scrivere. Belle cose da fare scrivere a
un povero disgraziato, tribolato, ramingo, a un giovine che, dispetti
almeno, non ve n'aveva mai fatti!
- Ma Renzo! Renzo! giacché sapevate... perché venire? perché?
- Perché venire! Oh Lucia! perché venire, mi dite? Dopo tante
promesse! Non siam più noi? Non vi ricordate più? Che cosa ci mancava?
- Oh Signore! - esclamò dolorosamente Lucia, giungendo le mani, e
alzando gli occhi al cielo: - perché non m'avete fatta la grazia di
tirarmi a Voi...! Oh Renzo! cos'avete mai fatto? Ecco; cominciavo a
sperare che... col tempo... mi sarei dimenticata...
- Bella speranza! belle cose da dirmele proprio sul viso!
- Ah, cos'avete fatto! E in questo luogo! tra queste miserie! tra
questi spettacoli! qui dove non si fa altro che morire, avete potuto...!
- Quelli che moiono, bisogna pregare Iddio per loro, e sperare che
anderanno in un buon luogo; ma non è giusto, né anche per questo, che
quelli che vivono abbiano a viver disperati...
- Ma, Renzo! Renzo! voi non pensate a quel che dite. Una promessa alla Madonna!... Un voto!
- E io vi dico che son promesse che non contan nulla.
- Oh Signore! Cosa dite? Dove siete stato in questo tempo? Con chi avete trattato? Come parlate?
- Parlo da buon cristiano; e della Madonna penso meglio io che voi;
perché credo che non vuol promesse in danno del prossimo. Se la Madonna
avesse parlato, oh, allora! Ma cos'è stato? una vostra idea. Sapete cosa
dovete promettere alla Madonna? Promettetele che la prima figlia che
avremo, le metteremo nome Maria: ché questo son qui anch'io a
prometterlo: queste son cose che fanno ben più onore alla Madonna:
queste son divozioni che hanno più costrutto, e non portan danno a
nessuno.
- No no; non dite così: non sapete quello che vi dite: non lo sapete
voi cosa sia fare un voto: non ci siete stato voi in quel caso: non
avete provato. Andate, andate, per amor del cielo!
E si scostò impetuosamente da lui, tornando verso il lettuccio.
- Lucia! - disse Renzo, senza moversi: - ditemi almeno, ditemi: se non fosse questa ragione... sareste la stessa per me?
- Uomo senza cuore! - rispose Lucia, voltandosi, e rattenendo a
stento le lacrime: - quando m'aveste fatte dir delle parole inutili,
delle parole che mi farebbero male, delle parole che sarebbero forse
peccati, sareste contento? Andate, oh andate! dimenticatevi di me: si
vede che non eravamo destinati! Ci rivedremo lassù: già non ci si deve
star molto in questo mondo. Andate; cercate di far sapere a mia madre
che son guarita, che anche qui Dio m'ha sempre assistita, che ho trovato
un'anima buona, questa brava donna, che mi fa da madre; ditele che
spero che lei sarà preservata da questo male, e che ci rivedremo quando
Dio vorrà, e come vorrà... Andate, per amor del cielo, e non pensate a
me... se non quando pregherete il Signore.
E, come chi non ha più altro da dire, né vuol sentir altro, come chi
vuol sottrarsi a un pericolo, si ritirò ancor più vicino al lettuccio,
dov'era la donna di cui aveva parlato.
- Sentite, Lucia, sentite! - disse Renzo, senza però accostarsele di più.
- No, no; andate per carità!
- Sentite: il padre Cristoforo...
- Che?
- È qui.
- Qui? dove? Come lo sapete?
- Gli ho parlato poco fa; sono stato un pezzo con lui: e un religioso della sua qualità, mi pare...
- È qui! per assistere i poveri appestati, sicuro. Ma lui? l'ha avuta la peste?
- Ah Lucia! ho paura, ho paura pur troppo... - e mentre Renzo esitava
così a proferir la parola dolorosa per lui, e che doveva esserlo tanto a
Lucia, questa s'era staccata di nuovo dal lettuccio, e si ravvicinava a
lui: - ho paura che l'abbia adesso!
- Oh povero sant'uomo! Ma cosa dico, pover'uomo? Poveri noi! Com'è? è a letto? è assistito?
- È levato, gira, assiste gli altri; ma se lo vedeste, che colore che
ha, come si regge! Se n'è visti tanti e tanti, che pur troppo... non si
sbaglia!
- Oh poveri noi! E è proprio qui!
- Qui, e poco lontano: poco più che da casa vostra a casa mia... se vi ricordate...!
- Oh Vergine Santissima!
- Bene, poco più. E pensate se abbiam parlato di voi! M'ha detto
delle cose... E se sapeste cosa m'ha fatto vedere! Sentirete; ma ora
voglio cominciare a dirvi quel che m'ha detto prima, lui, con la sua
propria bocca. M'ha detto che facevo bene a venirvi a cercare, e che al
Signore gli piace che un giovine tratti così, e m'avrebbe aiutato a far
che vi trovassi; come è proprio stato la verità: ma già è un santo.
Sicché, vedete!
- Ma, se ha parlato così, è perché lui non sa...
- Che volete che sappia lui delle cose che avete fatte voi di vostra
testa, senza regola e senza il parere di nessuno? Un brav'uomo, un uomo
di giudizio, come è lui, non va a pensar cose di questa sorte. Ma quel
che m'ha fatto vedere! - E qui raccontò la visita fatta a quella
capanna: Lucia, quantunque i suoi sensi e il suo animo, avessero, in
quel soggiorno, dovuto avvezzarsi alle più forti impressioni, stava
tutta compresa d'orrore e di compassione.
- E anche lì, - proseguì Renzo, - ha parlato da santo: ha detto che
il Signore forse ha destinato di far la grazia a quel meschino... (ora
non potrei proprio dargli un altro nome)... che aspetta di prenderlo in
un buon punto; ma vuole che noi preghiamo insieme per lui... Insieme!
avete inteso?
- Sì, sì; lo pregheremo, ognuno dove il Signore ci terrà: le orazioni le sa mettere insieme Lui.
- Ma se vi dico le sue parole...!
- Ma Renzo, lui non sa...
- Ma non capite che, quando è un santo che parla, è il Signore che lo
fa parlare? e che non avrebbe parlato così, se non dovesse esser
proprio così?... E l'anima di quel poverino? Io ho bensì pregato, e
pregherò per lui: di cuore ho pregato, proprio come se fosse stato per
un mio fratello. Ma come volete che stia nel mondo di là, il poverino,
se di qua non s'accomoda questa cosa, se non è disfatto il male che ha
fatto lui? Che se voi intendete la ragione, allora tutto è come prima:
quel che è stato è stato: lui ha fatto la sua penitenza di qua...
- No, Renzo, no: il Signore non vuole che facciamo del male, per far
Lui misericordia. Lasciate fare a Lui, per questo: noi, il nostro dovere
è di pregarlo. S'io fossi morta quella notte, non gli avrebbe dunque
potuto perdonare? E se non son morta, se sono stata liberata...
- E vostra madre, quella povera Agnese, che m'ha sempre voluto tanto
bene, e che si struggeva tanto di vederci marito e moglie, non ve l'ha
detto anche lei che l'è un'idea storta? Lei, che v'ha fatto intender la
ragione anche dell'altre volte, perché, in certe cose, pensa più giusto
di voi...
- Mia madre! volete che mia madre mi desse il parere di mancare a un voto! Ma, Renzo! non siete in voi.
- Oh! volete che ve la dica? Voi altre donne, queste cose non le
potete sapere. Il padre Cristoforo m'ha detto che tornassi da lui a
raccontargli se v'avevo trovata. Vo: lo sentiremo: quel che dirà lui...
- Sì, sì; andate da quel sant'uomo; ditegli che prego per lui, e che
preghi per me, che n'ho bisogno tanto tanto! Ma, per amor del cielo, per
l'anima vostra, per l'anima mia, non venite più qui, a farmi del male,
a... tentarmi. Il padre Cristoforo, lui saprà spiegarvi le cose, e farvi
tornare in voi; lui vi farà mettere il cuore in pace.
- Il cuore in pace! Oh! questo, levatevelo dalla testa. Già me
l'avete fatta scrivere questa parolaccia; e so io quel che m'ha fatto
patire; e ora avete anche il cuore di dirmela. E io in vece vi dico
chiaro e tondo che il cuore in pace non lo metterò mai. Voi volete
dimenticarvi di me; e io non voglio dimenticarmi di voi. E vi prometto,
vedete, che, se mi fate perdere il giudizio, non lo racquisto più. Al
diavolo il mestiere, al diavolo la buona condotta! Volete condannarmi a
essere arrabbiato per tutta la vita; e da arrabbiato viverò... E quel
disgraziato! Lo sa il Signore se gli ho perdonato di cuore; ma voi...
Volete dunque farmi pensare per tutta la vita che se non era lui...?
Lucia! avete detto ch'io vi dimentichi: ch'io vi dimentichi! Come devo
fare? A chi credete ch'io pensassi in tutto questo tempo?... E dopo
tante cose! dopo tante promesse! Cosa v'ho fatto io, dopo che ci siamo
lasciati? Perché ho patito, mi trattate così? perché ho avuto delle
disgrazie? perché la gente del mondo m'ha perseguitato? perché ho
passato tanto tempo fuori di casa, tristo, lontano da voi? perché, al
primo momento che ho potuto, son venuto a cercarvi?
Lucia, quando il pianto le permise di formar parole, esclamò,
giungendo di nuovo le mani, e alzando al cielo gli occhi pregni di
lacrime: - o Vergine santissima, aiutatemi voi! Voi sapete che, dopo
quella notte, un momento come questo non l'ho mai passato. M'avete
soccorsa allora; soccorretemi anche adesso!
- Sì, Lucia; fate bene d'invocar la Madonna; ma perché volete credere
che Lei che è tanto buona, la madre delle misericordie, possa aver
piacere di farci patire... me almeno... per una parola scappata in un
momento che non sapevate quello che vi dicevate? Volete credere che
v'abbia aiutata allora, per lasciarci imbrogliati dopo?... Se poi questa
fosse una scusa; se è ch'io vi sia venuto in odio... ditemelo...
parlate chiaro.
- Per carità, Renzo, per carità, per i vostri poveri morti, finitela,
finitela; non mi fate morire... Non sarebbe un buon momento. Andate dal
padre Cristoforo; raccomandatemi a lui, non tornate più qui, non
tornate più qui.
- Vo; ma pensate se non voglio tornare! Tornerei se fosse in capo al mondo, tornerei -. E disparve.
Lucia andò a sedere, o piuttosto si lasciò cadere in terra, accanto
al lettuccio; e, appoggiata a quello la testa, continuò a piangere
dirottamente. La donna, che fin allora era stata a occhi e orecchi
aperti, senza fiatare, domandò cosa fosse quell'apparizione, quella
contesa, questo pianto. Ma forse il lettore domanda dal canto suo chi
fosse costei; e, per soddisfarlo, non ci vorranno, né anche qui, troppe
parole.
Era un'agiata mercantessa, di forse trent'anni. Nello spazio di pochi
giorni, s'era visto morire in casa il marito e tutti i figliuoli: di lì
a poco, venutale la peste anche a lei, era stata trasportata al
lazzeretto, e messa in quella capannuccia, nel tempo che Lucia, dopo
aver superata, senza avvedersene, la furia del male, e cambiate,
ugualmente senza avvedersene, più compagne, cominciava a riaversi, e a
tornare in sé; ché, fin dal principio della malattia, trovandosi ancora
in casa di don Ferrante, era rimasta come insensata. La capanna non
poteva contenere che due persone: e tra queste due, afflitte, derelitte,
sbigottite, sole in tanta moltitudine, era presto nata
un'intrinsichezza, un'affezione, che appena sarebbe potuta venire da un
lungo vivere insieme. In poco tempo, Lucia era stata in grado di poter
aiutar l'altra, che s'era trovata aggravatissima. Ora che questa pure
era fuori di pericolo, si facevano compagnia e coraggio e guardia a
vicenda; s'eran promesse di non uscir dal lazzeretto, se non insieme; e
avevan presi altri concerti per non separarsi neppur dopo. La
mercantessa che, avendo lasciata in custodia d'un suo fratello
commissario della Sanità, la casa e il fondaco e la cassa, tutto ben
fornito, era per trovarsi sola e trista padrona di molto più di quel che
le bisognasse per viver comodamente, voleva tener Lucia con sé, come
una figliuola o una sorella. Lucia aveva aderito, pensate con che
gratitudine per lei, e per la Provvidenza; ma soltanto fin che potesse
aver nuove di sua madre, e sapere, come sperava, la volontà di essa. Del
resto, riservata com'era, né della promessa dello sposalizio, né
dell'altre sue avventure straordinarie, non aveva mai detta una parola.
Ma ora, in un così gran ribollimento d'affetti, aveva almen tanto
bisogno di sfogarsi, quanto l'altra desiderio di sentire. E, stretta con
tutt'e due le mani la destra di lei, si mise subito a soddisfare alla
domanda, senz'altro ritegno, che quello che le facevano i singhiozzi.
Renzo intanto trottava verso il quartiere del buon frate. Con un po'
di studio, e non senza dover rifare qualche pezzetto di strada, gli
riuscì finalmente d'arrivarci. Trovò la capanna; lui non ce lo trovò;
ma, ronzando e cercando nel contorno, lo vide in una baracca, che,
piegato a terra, e quasi bocconi, stava confortando un moribondo. Si
fermò lì, aspettando in silenzio. Poco dopo, lo vide chiuder gli occhi a
quel poverino, poi mettersi in ginocchio, far orazione un momento, e
alzarsi. Allora si mosse, e gli andò incontro
- Oh! - disse il frate, vistolo venire; - ebbene?
- La c'è: l'ho trovata!
- In che stato?
- Guarita, o almeno levata.
- Sia ringraziato il Signore!
- Ma... - disse Renzo, quando gli fu vicino da poter parlar sottovoce: - c'è un altro imbroglio.
- Cosa c'è?
- Voglio dire che... Già lei lo sa come è buona quella povera
giovine; ma alle volte è un po' fissa nelle sue idee. Dopo tante
promesse, dopo tutto quello che sa anche lei, ora dice che non mi può
sposare, perché dice, che so io? che, quella notte della paura, s'è
scaldata la testa, e s'è, come a dire, votata alla Madonna. Cose senza
costrutto, n'è vero? Cose buone, chi ha la scienza e il fondamento da
farle, ma per noi gente ordinaria, che non sappiamo bene come si devon
fare... n'è vero che son cose che non valgono?
- Dimmi: è molto lontana di qui?
- Oh no: pochi passi di là dalla chiesa.
- Aspettami qui un momento, - disse il frate: - e poi ci anderemo insieme.
- Vuol dire che lei le farà intendere...
- Non so nulla, figliuolo; bisogna ch'io senta lei.
- Capisco, - disse Renzo, e stette con gli occhi fissi a terra, e con
le braccia incrociate sul petto, a masticarsi la sua incertezza,
rimasta intera. Il frate andò di nuovo in cerca di quel padre Vittore,
lo pregò di supplire ancora per lui, entrò nella sua capanna, n'uscì con
la sporta in braccio, tornò da Renzo, gli disse: - andiamo -; e andò
innanzi, avviandosi a quella tal capanna, dove, qualche tempo prima,
erano entrati insieme. Questa volta, entrò solo, e dopo un momento
ricomparve, e disse: - niente! Preghiamo; preghiamo -. Poi riprese: -
ora, conducimi tu.
E senza dir altro, s'avviarono.
Il tempo s'era andato sempre più rabbuiando, e annunziava ormai certa
e poco lontana la burrasca. De' lampi fitti rompevano l'oscurità
cresciuta, e lumeggiavano d'un chiarore istantaneo i lunghissimi tetti e
gli archi de' portici, la cupola della cappella, i bassi comignoli
delle capanne; e i tuoni scoppiati con istrepito repentino, scorrevano
rumoreggiando dall'una all'altra regione del cielo. Andava innanzi il
giovine, attento alla strada, con una grand'impazienza d'arrivare, e
rallentando però il passo, per misurarlo alle forze del compagno; il
quale, stanco dalle fatiche, aggravato dal male, oppresso dall'afa,
camminava stentatamente, alzando ogni tanto al cielo la faccia smunta,
come per cercare un respiro più libero.
Renzo, quando vide la capanna, si fermò, si voltò indietro, disse con voce tremante: - è qui.
Entrano... - Eccoli! - grida la donna del lettuccio. Lucia si volta,
s'alza precipitosamente, va incontro al vecchio, gridando: - oh chi
vedo! O padre Cristoforo!
- Ebbene, Lucia! da quante angustie v'ha liberata il Signore! Dovete esser ben contenta d'aver sempre sperato in Lui.
- Oh sì! Ma lei, padre? Povera me, come è cambiato! Come sta? dica: come sta?
- Come Dio vuole, e come, per sua grazia, voglio anch'io, rispose,
con volto sereno, il frate. E, tiratala in un canto, soggiunse: -
sentite: io non posso rimaner qui che pochi momenti. Siete voi disposta a
confidarvi in me, come altre volte?
- Oh! non è lei sempre il mio padre?
- Figliuola, dunque; cos'è codesto voto che m'ha detto Renzo?
- È un voto che ho fatto alla Madonna... oh! in una gran tribolazione!... di non maritarmi.
- Poverina! Ma avete pensato allora, ch'eravate legata da una promessa?
- Trattandosi del Signore e della Madonna!... non ci ho pensato.
- Il Signore, figliuola, gradisce i sagrifizi, l'offerte, quando le
facciamo del nostro. È il cuore che vuole, è la volontà: ma voi non
potevate offrirgli la volontà d'un altro, al quale v'eravate già
obbligata.
- Ho fatto male?
- No, poverina, non pensate a questo: io credo anzi che la Vergine
santa avrà gradita l'intenzione del vostro cuore afflitto, e l'avrà
offerta a Dio per voi. Ma ditemi; non vi siete mai consigliata con
nessuno su questa cosa?
- Io non pensavo che fosse male, da dovermene confessare: e quel poco bene che si può fare, si sa che non bisogna raccontarlo.
- Non avete nessun altro motivo che vi trattenga dal mantener la promessa che avete fatta a Renzo?
- In quanto a questo... per me... che motivo...? Non potrei proprio
dire... - rispose Lucia, con un'esitazione che indicava tutt'altro che
un'incertezza del pensiero; e il suo viso ancora scolorito dalla
malattia, fiorì tutt'a un tratto del più vivo rossore.
- Credete voi, - riprese il vecchio, abbassando gli occhi, - che Dio
ha data alla sua Chiesa l'autorità di rimettere e di ritenere, secondo
che torni in maggior bene, i debiti e gli obblighi che gli uomini
possono aver contratti con Lui?
- Sì, che lo credo.
- Ora sappiate che noi, deputati alla cura dell'anime in questo
luogo, abbiamo, per tutti quelli che ricorrono a noi, le più ampie
facoltà della Chiesa; e che per conseguenza, io posso, quando voi lo
chiediate, sciogliervi dall'obbligo, qualunque sia, che possiate aver
contratto a cagion di codesto voto.
- Ma non è peccato tornare indietro, pentirsi d'una promessa fatta
alla Madonna? Io allora l'ho fatta proprio di cuore... - disse Lucia,
violentemente agitata dall'assalto d'una tale inaspettata, bisogna pur
dire speranza, e dall'insorgere opposto d'un terrore fortificato da
tutti i pensieri che, da tanto tempo, eran la principale occupazione
dell'animo suo.
- Peccato, figliuola? - disse il padre: - peccato il ricorrere alla
Chiesa, e chiedere al suo ministro che faccia uso dell'autorità che ha
ricevuto da essa, e che essa ha ricevuta da Dio? Io ho veduto in che
maniera voi due siete stati condotti ad unirvi; e, certo, se mai m'è
parso che due fossero uniti da Dio, voi altri eravate quelli: ora non
vedo perché Dio v'abbia a voler separati. E lo benedico che m'abbia
dato, indegno come sono, il potere di parlare in suo nome, e di rendervi
la vostra parola. E se voi mi chiedete ch'io vi dichiari sciolta da
codesto voto, io non esiterò a farlo; e desidero anzi che me lo
chiediate.
- Allora...! allora...! lo chiedo; - disse Lucia, con un volto non turbato più che di pudore.
Il frate chiamò con un cenno il giovine, il quale se ne stava nel
cantuccio il più lontano, guardando (giacché non poteva far altro) fisso
fisso al dialogo in cui era tanto interessato; e, quando quello fu lì,
disse, a voce più alta, a Lucia: - con l'autorità che ho dalla Chiesa,
vi dichiaro sciolta dal voto di verginità, annullando ciò che ci poté
essere d'inconsiderato, e liberandovi da ogni obbligazione che poteste
averne contratta.
Pensi il lettore che suono facessero all'orecchio di Renzo tali
parole. Ringraziò vivamente con gli occhi colui che le aveva proferite; e
cercò subito, ma invano, quelli di Lucia.
- Tornate, con sicurezza e con pace, ai pensieri d'una volta, seguì a
dirle il cappuccino: - chiedete di nuovo al Signore le grazie che Gli
chiedevate, per essere una moglie santa; e confidate che ve le concederà
più abbondanti, dopo tanti guai. E tu, - disse, voltandosi a Renzo, -
ricordati, figliuolo, che se la Chiesa ti rende questa compagna, non lo
fa per procurarti una consolazione temporale e mondana, la quale, se
anche potesse essere intera, e senza mistura d'alcun dispiacere,
dovrebbe finire in un gran dolore, al momento di lasciarvi; ma lo fa per
avviarvi tutt'e due sulla strada della consolazione che non avrà fine.
Amatevi come compagni di viaggio, con questo pensiero d'avere a
lasciarvi, e con la speranza di ritrovarvi per sempre. Ringraziate il
cielo che v'ha condotti a questo stato, non per mezzo dell'allegrezze
turbolente e passeggiere, ma co' travagli e tra le miserie, per disporvi
a una allegrezza raccolta e tranquilla. Se Dio vi concede figliuoli,
abbiate in mira d'allevarli per Lui, d'istillar loro l'amore di Lui e di
tutti gli uomini; e allora li guiderete bene in tutto il resto. Lucia!
v'ha detto, - e accennava Renzo, - chi ha visto qui?
- Oh padre, me l'ha detto!
- Voi pregherete per lui! Non ve ne stancate. E anche per me
pregherete!... Figliuoli! voglio che abbiate un ricordo del povero frate
-. E qui levò dalla sporta una scatola d'un legno ordinario, ma tornita
e lustrata con una certa finitezza cappuccinesca; e proseguì: - qui
dentro c'è il resto di quel pane... il primo che ho chiesto per carità;
quel pane, di cui avete sentito parlare! Lo lascio a voi altri:
serbatelo; fatelo vedere ai vostri figliuoli. Verranno in un tristo
mondo, e in tristi tempi, in mezzo a' superbi e a' provocatori: dite
loro che perdonino sempre, sempre! tutto, tutto! e che preghino, anche
loro, per il povero frate!
E porse la scatola a Lucia, che la prese con rispetto, come si
farebbe d'una reliquia. Poi, con voce più tranquilla, riprese: - ora
ditemi; che appoggi avete qui in Milano? Dove pensate d'andare a
alloggiare, appena uscita di qui? E chi vi condurrà da vostra madre, che
Dio voglia aver conservata in salute?
- Questa buona signora mi fa lei intanto da madre: noi due usciremo di qui insieme, e poi essa penserà a tutto.
- Dio la benedica, - disse il frate, accostandosi al lettuccio.
- La ringrazio anch'io, - disse la vedova, - della consolazione che
ha data a queste povere creature; sebbene io avessi fatto conto di
tenerla sempre con me, questa cara Lucia. Ma la terrò intanto;
l'accompagnerò io al suo paese, la consegnerò a sua madre; e, soggiunse
poi sottovoce, - voglio farle io il corredo. N'ho troppa della roba; e
di quelli che dovevan goderla con me, non ho più nessuno!
- Così, - rispose il frate, - lei può fare un gran sacrifizio al
Signore, e del bene al prossimo. Non le raccomando questa giovine: già
vedo che è come sua: non c'è che da lodare il Signore, il quale sa
mostrarsi padre anche ne' flagelli, e che, col farle trovare insieme, ha
dato un così chiaro segno d'amore all'una e all'altra. Orsù, riprese
poi, voltandosi a Renzo, e prendendolo per una mano: noi due non abbiam
più nulla da far qui: e ci siamo stati anche troppo. Andiamo.
- Oh padre! - disse Lucia: - la vedrò ancora? Io sono guarita, io che non fo nulla di bene a questo mondo; e lei...!
- È già molto tempo, - rispose con tono serio e dolce il vecchio, -
che chiedo al Signore una grazia, e ben grande: di finire i miei giorni
in servizio del prossimo. Se me la volesse ora concedere, ho bisogno che
tutti quelli che hanno carità per me, m'aiutino a ringraziarlo. Via;
date a Renzo le vostre commissioni per vostra madre.
- Raccontatele quel che avete veduto, - disse Lucia al promesso
sposo: - che ho trovata qui un'altra madre, che verrò con questa più
presto che potrò, e che spero, spero di trovarla sana.
- Se avete bisogno di danari, - disse Renzo, - ho qui tutti quelli che m'avete mandati, e...
- No, no, - interruppe la vedova: - ne ho io anche troppi.
- Andiamo, - replicò il frate.
- A rivederci, Lucia...! e anche lei, dunque, quella buona signora, -
disse Renzo, non trovando parole che significassero quello che sentiva.
- Chi sa che il Signore ci faccia la grazia di rivederci ancora tutti! - esclamò Lucia.
- Sia Egli sempre con voi, e vi benedica, - disse alle due compagne fra Cristoforo; e uscì con Renzo dalla capanna.
Mancava poco alla sera, e il tempo pareva sempre più vicino a
risolversi. Il cappuccino esibì di nuovo al giovine di ricoverarlo per
quella notte nella sua baracca. - Compagnia, non te ne potrò fare, -
soggiunse: - ma avrai da stare al coperto.
Renzo però si sentiva una smania d'andare; e non si curava di rimaner
più a lungo in un luogo simile, quando non poteva profittarne per veder
Lucia, e non avrebbe neppur potuto starsene un po' col buon frate. In
quanto all'ora e al tempo, si può dire che notte e giorno, sole e
pioggia, zeffiro e tramontano, eran tutt'uno per lui in quel momento.
Ringraziò dunque il frate, dicendo che voleva andar più presto che fosse
possibile in cerca d'Agnese.
Quando furono nella strada di mezzo, il frate gli strinse la mano, e
disse: - se la trovi, che Dio voglia! quella buona Agnese, salutala
anche in mio nome; e a lei, e a tutti quelli che rimangono, e si
ricordano di fra Cristoforo, dì che preghin per lui. Dio t'accompagni, e
ti benedica per sempre.
- Oh caro padre...! ci rivedremo? ci rivedremo?
- Lassù, spero -. E con queste parole, si staccò da Renzo; il quale,
stato lì a guardarlo fin che non l'ebbe perso di vista, prese in fretta
verso la porta, dando a destra e a sinistra l'ultime occhiate di
compassione a quel luogo di dolori. C'era un movimento straordinario, un
correr di monatti, un trasportar di roba, un accomodar le tende delle
baracche, uno strascicarsi di convalescenti a queste e ai portici, per
ripararsi dalla burrasca imminente.
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