La Struttura
Il capitolo inizia collegandosi temporalmente con quello precedente
dando un effetto di narrazione "continua". In questo capitolo
l'attenzione del narratore è rivolta vero l'oste, almeno nella prima
parte del racconto. In quella centrale e in quella finale prevale invece
la figura di Renzo che, una volta sfuggito al notaio criminale riesce a
fuggire da Milano.
I Personaggi
Ritorniamo nella prima sequenza narrativa. Renzo si avvia a prendere
sonno. Il personaggio centrale è, come detto, l'oste. Possiamo
comprendere meglio il carattere di questo personaggio attraverso tre
scene. Vediamo quali:
Prima scena: l'oste parla a se stesso (soliloquio) e si può così vedere in realtà i suoi veri pensieri (Renzo turba la sua tranquillità);
Seconda scena:
l'oste parla con la moglie e, in questo dialogo, viene bene messo in
luce il suo principio, ovvero quello di difendere l'osteria attraverso
il rispetto della legge;
Terza scena: un altro dialogo,
questa volta con il notaio criminale al palazzo di giustizia. In
questo colloquio domina la regola del "negare sempre e comunque".
Come si è potuto vedere il principio dell'oste è quindi quello di
difendere e conservare l'osteria. Va quindi contro Renzo non perché ha
qualcosa contro di lui, bensì perché l'atteggiamento del giovane
potrebbe mettere nei guai la sua attività. L'oste non può quindi non
denunciarlo: se non lo facesse andrebbe contro la legge e la legge
contro di lui. Questo personaggio per certi versi potrebbe essere
associato a
don Abbondio: l'oste è infatti sempre concentrato sulla difesa
dell'utile e del quieto vivere. In due parole: non vuole avere noie.
Tale atteggiamento appare nel dialogo con il notaio criminale, in cui
emerge, da parte dell'oste, un'abilità quasi avvocatesca nel difendere i
propri interessi.
L'altro personaggio è il notaio criminale.
Figura di poco rilievo, ma rappresenta il simbolo della falsa giustizia
umana. Costruisce infatti su Renzo una vera e propria "montatura"
facendolo sembrare un pericoloso delinquente.
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