La Struttura
Il ventiquattresimo capitolo chiude due importanti storie che si
erano sviluppate all'interno del romanzo dal XIX al XXIV, ovvero quelle
dell'Innominato e di Lucia. Il primo esce di scena per poi riapparire
più avanti dove concretizzerà la sua conversione attraverso le opere,
la seconda invece vede il suo dramma concludersi. Il XXIV capitolo si
può quindi riassumere in tre parti:
a) La liberazione di Lucia (conclusione del suo dramma);
b) La sosta della ragazza nella casa del sarto;
c) L'Innominato ritorna al castello.
Queste tre fasi sono tenuti insieme dall'intervento del cardinale
Borromeo che ha sapientemente organizzato il soccorso della giovane e ha
saputo "convertire" quel terribile uomo che era l'Innominato,
prospettandogli il riscatto dalle colpe e la certezza della redenzione.
I Personaggi e le Tecniche Narrative
Analizzeremo i personaggi di questo 24° capitolo in modo assai
schematico, in modo tale da rendere più chiare le ricche annotazioni
psicologiche di ciascuno.
Iniziamo dall'Innominato. Egli è imperioso, deciso nei gesti, un
capo, un santo, un uomo pacificato che può finalmente dormire
tranquillo (ricordiamo a tal proposito la notte angosciosa trascorsa
dallo stesso uomo). Il tutto viene narrato attraverso un discorso
diretto (viene spiegato ai bravi la loro nuova situazione) e il
discorso raccontato.
Don Abbondio, per usare un termine Pirandelliano, viene gettato nel
"flusso vitale" da cui si era sempre tenuto ai margini convinto di poter
vivere la sua vita senza creare problemi a nessuno e senza che nessuno
ne creasse a lui. L'uomo religioso ha quindi un timore sproporzionato
alla realtà dei fatti ed è completamente incapace di comprendere il
mutamento nell'animo dell'Innominato. La tecnica narrativa del
soliloquio produce un vivace effetto comico.
Arriviamo quindi a
Lucia che in
questo
capitolo si pente di aver pronunciato il voto alla Madonna, ha paura di
aver commesso un sacrilegio, essendosene pentita, rinnova il voto, ha
un'assoluta certezza nell'aiuto della Provvidenza ed è come se si
ribellasse di fronte ad un futuro che si prospetta privo sia di amore
che, quindi, di Renzo. Il discorso indiretto, riportando i pensieri e i
sentimenti del personaggio, arricchisce il carattere. Da sottolineare
che il conflitto tra convinzioni religiose e intensità dell'amore per
Renzo dona un tocco realistico a Lucia, rendendola autentica, capace di
soffrire.
L'ultimo personaggio, anche se di effettivo personaggio non si
tratta, è rappresentato dal gruppo familiare del sarto del villaggio
dal quale viene condotta Lucia dopo la sua liberazione. Questo nucleo è
fortemente legato da un affetto reciproco che ne fa un modello di
armonia coniugale, i figli vengono educati nella fede e nel rispetto e
disponibilità verso il prossimo. I due difetti che Manzoni, in modo
quasi scherzoso, ci fa notare sono che la moglie è un po' pettegola e il
marito un po' vanitoso.
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