Lucia s'era destata da poco dal sonno profondo in cui era caduta
dopo aver fatto alla Madonna il voto di castità, se fosse stata liberata
e restituita a sua madre. Grande è la sua gioia al mattino, quando
sente di essere libera. L'Innominato si affretta a chiederle perdono.
Con la stessa lettiga con cui la donna era venuta al castello, anche
Lucia si avvia in paese. La discesa è tormentosa per don Abbondio, che
sembra il centro di attrazione di tutti i guai. La mula, nonostante i
tentativi di farla camminare al centro del sentiero, scende lungo
l'orlo: sotto c'è il vuoto. Tutto sembra
collaborare a fare di lui
nolente un missionario, tutto sembra avviano al martirio. E non c'è solo
la mula testarda a tormentarlo, ma anche il pensiero di don Rodrigo,
che non potendo sfogarsi contro il cardinale, potrà riversare su di lui
tutta la sua collera. Quando è in fondo alla valle, decide di tornare
subito al suo paese. Decisamente non è uomo nato per le avventure. Ma
più cerca di scansarle, più queste vanno in cerca di lui. Lucia è
ospitata e rifocillata dalla moglie del sarto. Intanto si manda a
chiamare Agnese. Nel pomeriggio, all'improvviso, giunge nella stessa
casa del sarto il cardinale: vuole fare una visita a Lucia. Ottiene
anche altre informazioni su Renzo e su don Abbondio che non aveva voluto
sposare i due promessi. Queste ultime notizie le dà Agnese. Quando si
allontana, il sarto che è un po' letterato e aveva sognato da sempre
l'incontro con un uomo di cultura, non sa dire altro al cardinale che un
banale "Si figuri!". Questa figuraccia lo accompagnerà per tutta la
vita. Intanto l'Innominato nel castello riunisce tutti i bravi e ad essi
comunica il suo proposito di cambiare vita. Ed il cambiamento doveva
avere effetto immediato: ogni ordine scellerato veniva cassato: coloro
che se la sentivano di mutare vita e di seguirlo nella nuova dimensione
umana, sarebbero stati suoi graditi compagni. Gli altri potevano
andarsene dopo aver ciascuno ottenuto ciò che gli spettava. La sera
accanto al letto recita una preghiera, quella già detta durante
l'infanzia e che si era miracolosamente depositata nella sua memoria.
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