La Struttura
Potremmo intendere il capitolo 27 come una sorta di intermezzo tra la
prima fase del romanzo, incentrata principalmente sulle vicende di Renzo
e Lucia, e la seconda, che contempla argomenti quali la peste e la
carestia.
La digressione storica che apre il capitolo (vi è
un'analisi dei motivi legati alla guerra di successione per Mantova e
il Monferrato) si intreccia con le vicende dei protagonisti. Per prima
cosa il lettore viene a conoscenza del modo che Renzo è riuscito a
trovare per rimanere in contatto con Agnese e Lucia: il rapporto
epistolare, tramite il quale Agnese gli manda la novella del voto fatto
da Lucia.
Lucia, nel frattempo, si trova a Milano, presso
donna Prassede, una circostanza che permette al Manzoni di aprire una
seconda digressione dedicata a don Ferrante e alla sua cultura.
Il
capitolo si conclude con un'anticipazione di quello che si leggerà nel
28°, ovvero un ampio flash-back che ci riporterà indietro di quasi un
anno, ai giorni successivi al tumulto di san Martino (11 novembre
1628).
I Nuclei Tematici
Non è un vero e proprio nucleo tematico, ma la prima cosa che balza
agli occhi è la grande dilatazione spazio-temporale che prevede questo
capitolo. In
effetti troviamo i personaggi principali in luoghi diversi e assai
lontani tra loro (Renzo è nel bergamasco, Lucia è a Milano e Agnese è al
villaggio) e si arriva, cronologicamente parlando, fino all'autunno
del 1629. Analizziamo invece la digressione storica sulle motivazioni
della guerra di successione per Mantova: quali scopi si propone il
narratore con questo intervento?
La digressione storica:
- costituisce lo sfondo storico e culturale su cui s'innestano i fatti privati dei personaggi;
- La storia si mescola all'invenzione;
- Il racconto delle vicende storiche offre al narratore l'opportunità
di fare dell'ironia sulle inutili imprese degli uomini illustri
Non dimentichiamoci anche della concezione manzoniana della storia:
essa acquista significato soltanto attraverso l'impegno di tutti
(potenti e umili) nell'intento di costruire una società migliore nella
quale la politica si definisca come ricerca della pace e della
giustizia.
Le vicende narrate ci offrono esattamente l'opposto di questi ideali e
ci rappresentano il momento in cui il negativo irrompe nella vita
degli uomini.
I Personaggi
Renzo e Lucia sono accomunati da due diversi drammi che confluiscono entrambi su un unico tema.
Il dramma di Lucia: è divisa tra la fedeltà al voto e l'amore che nutre per Renzo;
Il dramma di Renzo: è perseguitato dalla giustizia e sconvolto dalla notizia del voto di Lucia
Il dramma di ciascuno dei due personaggi, come detto, confluisce nel
tema della separazione: la distanza tra i due promessi si è allargata e
sembra che non vi sia alcuna possibilità di soluzione.
Nonostante stiano lontani, i due hanno comunque un contatto, una
sorta di base: Agnese. Renzo, soprattutto, le invia un gran numero di
lettere. Questo faticoso rapporto epistolare permette a Manzoni di
ironizzare sugli inutili tentativi umani di far andare le cose come si
vorrebbe.
Dalle lettere emerge una sostanziale incertezza sul da farsi, la
questione del voto di Lucia è forse l'unico argomento che appare in
tutta la sua
sconvolgente chiarezza. Agnese racconta a Renzo di Lucia, costantemente
in guerra con se stessa ed esposta per lo più ai rischi di donna
Prassede, impegnata nel difficile compito di liberarla dalla passione
per Renzo, considerato da donna Prassede, "un birbante venuto a Milano
per rubare e scannare".
Manzoni ironizza su entrambe le donne:
Su Lucia: desiderava che Renzo pensasse a dimenticarla;
contraddittoriamente, dovrebbe dimenticarsi di lei continuando a
pensarla;
Su Donna Prassede: è sempre aggressiva e invadente non si oppone
alcun limite e discrezione nel far del bene; più parla negativamente di
Renzo più offre a Lucia valide ragioni per confermarsi nel suo amore.
Infine arriviamo alla digressione su don Ferrante, una caricatura
dell'uomo colto su stampo illuminista. Don Ferrante sarà sì colto, ma su
argomenti di alcun valore, come per esempio l'astrologia. Viene
dipinto altresì come privo di senso critico, dogmatico e lontanissimo
da qualsiasi impegno concreto. L'ironia di Manzoni dopo aver colpito
Lucia e donna Prassede non risparmia neanche don Ferrante.
Nessun commento:
Posta un commento