Capitolo XXII - Analisi e Commento

La Struttura Questo capitolo rappresenta la naturale prosecuzione del precedente. Siamo ormai alle prime ore del mattino, i nostri due protagonisti hanno trascorso una notte insonne per, come visto nell'analisi del capitolo 21, motivi differenti. L'Innominato sente da lontano il suono festoso delle campane e vede gente che cammina. Un bravo gli comunica che è in arrivo il cardinale Federigo Borromeo, in visita alle parrocchie della valle. L'incontro tra i due personaggi che rappresentano il bene e il male viene rinviato al capitolo 23, quindi in questo capitolo ci dobbiamo "accontentare"
di una lunga digressione dell'autore che ci permette di comprendere meglio chi è questo cardinale. Una digressione anticipata dalla frase: "dopo tante immagini di dolore, dopo la contemplazione d'una molteplice e fastidiosa perversità!", che sta ad indicare come sia estremamente necessaria una pausa narrativa dopo il racconto di molti orrori.
Questo espediente letterario ha comunque anche un'altra valenza, vale a dire l'introduzione di un nuovo personaggio attraverso dei connotati concreti, ovvero come persona realmente esistita. Seguirà alla realtà dei fatti, la finzione letteraria, cioè la ricostruzione, fittizia appunto, del dialogo con l'Innominato e del ruolo da lui svolto nella storia di Lucia. 

I Personaggi Il personaggio clou dell'intero capitolo è senza ombra di dubbio il cardinale Federigo Borromeo, uno dei numerosi personaggi religiosi presenti nel romanzo. Ricordiamo gli altri che sono fra Cristoforo (l'uomo d'azione), don Abbondio e Gertrude (coloro che hanno tradito un ideale).
Il cardinale Borromeo impersona tre caratteristiche importanti:
a) Le scelte morali: spirito di sacrificio, umiltà, dignità
b) l'amore verso il prossimo: dedizione verso i più deboli
c) l'amore per la cultura: è fondatore della biblioteca ambrosiana
In Borromeo possiamo notare due caratteristiche importanti, ovvero la volontà di adeguare gli ideali religiosi all'esistenza concreta e il bisogno di coerenza che lo porta a rifiutare l'autorità priva di carità. Ma è soprattutto contro la società sua contemporanea che il cardinale entra in contrasto. Egli è modesto, umile, ama la pulizia della persona. Qualità che si scontrano con un'epoca sudicia e sfarzosa.
In ultima analisi, in Borromeo, notiamo l'esaltazione della fede che, nella concezione manzoniana, fortifica la volontà e le capacità umane, facendo id esse uno strumento d'amore e di carità.

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