Le autorità politiche si svegliano e chiedono l'intervento del
governatore: almeno le spese per i provvedimenti sanitari le sostenga lo
Stato spagnolo. Il governatore risponde che non ci può fare nulla: lui è
impegnato nella guerra in modi esclusivi. Ci pensi il vice governatore
Ferrer. E questi con tutte le altre autorità non sa altro proporre che
il ricorso al soprannaturale: si aspetta il miracolo. E perciò si fanno
pressioni sul cardinale perché autorizzi e guidi
una solenne
processione. Il cardinale non vorrebbe, ma poi cede. La processione si
svolge ampia e solenne per le strade principali della città: vi
partecipano tutti i cittadini che ancora si reggono in piedi: i malati
si attendono soluzione improvvisa e positiva del morbo. Ma il contagio
favorito dall'ammassamento scatena in forme ancora più drammatiche la
forza della peste: i malati aumentano in modo impressionante. Alla fine,
di peste morranno i due terzi della popolazione. Più esposti alla morte
furono i bambini, i vecchi, le donne. Nel lazzaretto è un via vai di
malati che vi sono fatti affluire e di morti che vengono avviati alle
fosse comuni. La città è attraversata da carri guidati dai monatti,
incaricati della raccolta dei malati: si tratta di gente che ha avuto la
peste e ne è immunizzata. Si abbandonano a ruberie, a violenze, a scene
orgiastiche. La popolazione superstite vive nello stato d'animo di chi
si vede costantemente e misteriosamente minacciato da un nemico subdolo e
potentissimo. Tutti vivono nella paura: dappertutto si crede di vedere
degli untori. E il livello intellettuale si abbassa a tal punto che
perfino persone di alto sentire come il cardinale o il Tadino vi
credono.
Nessun commento:
Posta un commento