Capitolo 3 - Lucia è solo una Creatura di Fantasia?

In questo terzo capitolo l'interesse si sposta su alcuni aspetti della società del 600 e sembra proprio di entrare in… un altro mondo.
Eppure siamo nella nostra cara Lombardia, in Italia, e solo qualche secolo fa. Ma l'abisso che ci separa dalla mentalità di quel tempo ci rende quasi incomprensibili certi aspetti, visto che siamo abituati a giudicare la realtà in base ai limitati schemi mentali dell'epoca in cui viviamo.
E' importante invece, per comprendere anche il comportamento dei personaggi, conoscere la mentalità oltre che la storia di quegli anni.
Lucia infatti è uno dei personaggi più incompresi, proprio perché ci è ostico il suo modo di affrontare la realtà. Definita ora arrendevole, ora insignificante dai nostri critici letterari più accreditati, si rivela invece ad un attento lettore e ad un conoscitore della mentalità del tempo come "la donna forte" delle Scritture, che sa quel che è bene e lo persegue senza tentennamenti e a costo di incomprensione e di sacrifici; eppure non ha sicuramente più di vent'anni…
Già nel capitolo precedente si parlava di quel placido accoramento che si mostra di quand'in quando sul volto delle spose, e, senza scompor la bellezza, le dà un carattere particolare.
Ma in che cosa consisterà mai questo carattere particolare della bellezza della giovane è qualcosa che oggi, dopo quattro secoli, probabilmente non sapremo mai, e proprio per questo consideriamo la descrizione quanto meno singolare, oppure sorvoliamo tranquillamente.
Certo, è facile alle lacrime: non sono però lacrime dovute a fragilità; si tratta piuttosto del pianto di chi ha fatto tutto quanto era in suo potere, ma le circostanze l'hanno avversato. Insomma non è una che si piange addosso… E non è nemmeno una che ama parlare troppo di sé anche solo per cercare conforto.Realistico e drammatico è proprio sul finire del capitolo precedente l'incontro con Renzo: ma, davanti a quel presentimento di terrore, lei, che sa bene quel che c'è sotto, prende in mano la situazione e, per evitare i pettegolezzi delle amiche, accorse a casa sua per le nozze imminenti, congeda tutte con una sbrigativo Il signor curato è ammalato, e oggi non si può far nulla. Insomma, tra tutte quelle amiche, sicuramente più attempate, e anche rispetto alla madre, lei è l'unica che ha la presenza di spirito di affrontare la situazione con dignità.
In questo terzo capitolo, incalzata dalla madre e dallo sposo, non può fare a meno di raccontare quanto aveva detto soltanto al confessore e di giustificare tutto il comportamento tenuto fino ad allora che l'aveva spinta ad agire da sfacciata perché… aveva voluto accelerare le nozze.
Davanti poi alle rimostranze di Renzo, che vorrebbe farla pagare a don Rodrigo (Questa è l'ultima che fa quell'assassino), ha ben chiaro che Il Signore c'è anche per i poveri; e come volete che ci aiuti, se facciam del male? E giunge persino a proporre a Renzo di partire lontano in modo che Colui non senta più parlar di noi.
Sembra proprio che la difficoltà gravissima in cui si viene a trovare renda la giovane capace di gesti coraggiosi: la difficoltà diventa un'occasione di maturazione: le circostanze non la travolgono, come invece rischia di capitare a Renzo, ma è lei che cerca di controllarle per quanto le è possibile. Ed è soltanto una "donna giovane e insignificante" per i nostri critici letterari…
E poi, dopo aver tentato di proporre la sua soluzione in modo deciso, si abbandona finalmente al pianto: ne ha tutto il diritto! Ma solo dopo aver cercato di affrontare la situazione in modo degno della formazione cristianamente equilibrata offertale dal suo padre spirituale.


Questi primi gesti di Lucia, descritti in modo quasi fotografico e estremamente sobrio dal Manzoni, ce la fanno apparire come una creatura davvero incomprensibile, se pensiamo alla fragilità e alla volubilità non solo dei nostri giovani, ma anche degli adulti del nostro tempo. Eppure nella concezione del Manzoni, profondamente cristiana, la vera donna ha proprio il volto e la forza di carattere di Lucia, come si vedrà nel prosieguo della narrazione. E, se avessimo un po' più di dimestichezza con la vita dei santi, o meglio delle sante dei due millenni di cristianità, non avremmo difficoltà ad apprezzare questo personaggio che agisce quasi in sordina nel romanzo, ma agisce e contribuisce in modo significativo a costruire la storia dell'ambiente che la circonda.

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