Gervaso

È il fratello di Tonio, l'amico cui Renzo si rivolge perché lo aiuti nel "matrimonio a sorpresa": è un po' tardo di mente e vive col fratello nella stessa casa, in cui giunge Renzo (cap. VI) per invitare Tonio all'osteria. Viene proposto come secondo testimone di nozze dallo stesso Tonio e la sera seguente (VII) cena con quest'ultimo e Renzo all'osteria del paese, dove i tre sono sorvegliati dai bravi di don Rodrigo e dove lui a un certo punto parla a sproposito a voce alta, venendo subito redarguito dal fratello. Si reca poi insieme agli altri alla casa di don Abbondio, dove prende parte alla messinscena (VIII): dopo che lo stratagemma è fallito e che la stanza è diventata buia per la caduta del lume, grida e saltella come uno "spiritato" cercando l'uscita, poi se ne va velocemente insieme a Tonio. Nei giorni seguenti è minacciato dal fratello affinché non dica nulla dell'accaduto, ma l'uomo è così eccitato all'idea di potersi vantare di aver preso parte a quell'impresa che non può trattenersi dal rivelare qualche cosa (XI). Non viene detto dall'autore cosa ne sia di lui durante la peste, né viene più nominato (tranne nel cap. XXXIII, quando Renzo, tornato in paese dal Bergamasco, scambia un inebetito Tonio col fratello).

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