Il Capitano di Giustizia

Compare nel cap. XII, durante la sommossa a Milano del giorno di S. Martino, e viene presentato in occasione dell'assalto al forno delle Grucce: è l'ufficiale incaricato di mantenere l'ordine pubblico in città, dunque viene mandato a chiamare quando la folla dei rivoltosi si avvicina minacciosamente alla bottega. Si presenta alla testa di una squadra di alabardieri e tenta inutilmente di blandire la folla con parole diplomatiche, promettendo clemenza a chi se ne tornerà a casa; in seguito entra nel forno e si affaccia a una finestra, tornando a rivolgersi ai rivoltosi con parole lusinghiere, finché una pietra non lo colpisce alla testa e lo induce a cambiare improvvisamente tono (l'uomo prorompe nell'esclamazione "Ah canaglia!", mentre poco prima diceva che i milanesi sono famosi nel mondo per la loro bontà). Quando la folla irrompe all'interno del forno si nasconde in un angolo, lasciando di fatto che la bottega sia messa a soqquadro dai rivoltosi. In seguito è nominato nel cap. XV, quando l'oste della Luna Piena va a rendere la sua deposizione al palazzo di giustizia e viene spiegato che il poliziotto travestito che ha raggirato Renzo era proprio un "bargello" sguinzagliato dal capitano per arrestare qualcuno dei rivoltosi e dare un pronto esempio ai sediziosi. È una delle figure più amaramente comiche del romanzo, rappresentando l'impotenza dell'amministrazione giudiziaria di fronte ai moti popolari.

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